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di Anna Foti

A Matteo, Marco e al nostro Nino

Difendono e proteggono ma senza armi, Angeli Custodi della nostra Sicurezza, sono i Vigili del Fuoco ai quali la nostra Repubblica, attraverso il ministero dell’Interno, affida le funzioni di Soccorso Pubblico e Difesa Civile. Uomini e donne che rimangono lì dove tutti avremmo paura di restare. Un lavoro eroico che per loro è normale. Un servizio necessario e delicato. Salvano la Vita dalle fiamme, sfidano il fuoco che, divampando, consuma e distrugge persone e cose. 

Dopo un terremoto o un’alluvione, tra le lamiere di macchine accartocciate, sul ciglio di un burrone o in bilico su un parapetto, sono lì a scavare con le mani nella terra e nel fango, a destreggiarsi in situazioni al limite per estrarre corpi e trarre in salvo vite. 

Sempre loro sono chiamati a gestire le altezze anche in situazioni piacevoli come nel caso del posizionamento dell’albero di Natale all’uncinetto dell’Ail di Reggio Calabria. Una struttura in metallo donata da un’azienda privata del territorio e alta circa sei metri. Esso allieterà lo spazio antistante la pinacoteca civica sul Corso Garibaldi ed è stato posizionato proprio nel giorno di Santa Barbara.

“Come Vigili del Fuoco – ha dichiarato il Comandante di Reggio Calabria, ingegnere Carlo Metelli - siamo sempre sensibili e disponibili a contribuire ad iniziative e attività di carattere sociale. Come noi, anche l’Ail si adopera quotidianamente per aiutare chi è in difficoltà. Il posizionamento dell’albero  – prosegue Metelli - vuole essere un segno tangibile di gratitudine a tutta la cittadinanza che ha dimostrato vicinanza e calore nei momenti più tristi che hanno colpito il Comando di Reggio nell’ultimo periodo.

In occasione della festa di Santa Barbara auguro a tutto il comando provinciale reggino di accogliere il vero spirito del Natale, nel segno della gioia di spendersi e di donarsi per gli altri e agli altri, così come quotidianamente noi Vigili del Fuoco siamo chiamati a fare”. 

Barbara, la fanciulla divenuta Santa

A sfidare il pericolo per la propria Libertà e la propria Fede cristiana, e pagare con la vita il suo coraggio fu anche la giovane Barbara, martire cristiana, vissuta tra il III e il IV secolo.

Per essersi ribellata alla volontà paterna di farla sposare, per la sua bellezza e per la sua fede Cristiana, Barbara venne rinchiusa nella cella di una fortezza, fu torturata anche con le fiamme ma il suo corpo non arse. La morte arrivò ugualmente, non a causa del fuoco ma per decapitazione e sempre per volontà del padre Dioscoro, di religione pagana. Per la sua storia di coraggio nella sfida dei pericoli e di sopravvivenza alle fiamme, Santa Barbara è oggi protettrice dei Vigili del Fuoco ed anche, tra gli altri, della Marina Militare, di Muratori, Artiglieri e Minatori. Il 4 dicembre si celebra la festa sua e dell’intero Corpo dei Vigili del Fuoco che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in questa specifica occasione, ha ringraziato per la loro quotidiana e costante dedizione. 

Santa Barbara è anche invocata contro le morti improvvise e violente a causa del fuoco, venerata in tanti comune italiani tra cui anche quello reggino di Motta San Giovanni, essendo pure patrona dei minatori.

Il milite lanciafiamme

E se ci fosse un tempo in cui cervellotici machiavellismi distorcessero la società al punto da far ritenere la lettura un reato, il sapere e la scrittura che lo diffonde due minacce del potere?

Una metafora potente quella del fuoco: dal mito di Prometeo fino alla moderna visione dello scrittore statunitense di fantascienza sociologica, Ray Bradbury, morto nel 2012, che ha posto il fuoco al centro del suo celebre romanzo ‘Fahrenheit 451’.

Il protagonista, il milite lanciafiamme Guy Montag sfida il mondo distopico in cui vive il ruolo che gli è stato imposto. Chiamato per preservare l'ordine costituito e sopire le coscienze, non a spegnere il fuoco per salvare vite ma ad appiccare incendi per imprigionarla e a bruciare i libri, egli sceglie coraggiosamente di sovvertire quell'ordine perverso e quel pensiero unico minacciato dai libri medesimi.

Una dimensione distopica che tuttavia desta profonde riflessioni di estrema attualità.

In una siffatta società si affida ai Vigili del Fuoco il ruolo fondamentale, per il mantenimento di quel torpore, di appiccare il fuoco invece di spegnerlo. Si tratta del fuoco della censura, quello che incenerisce ogni libro, vietando di leggerlo, e che, cancellando il passato, paralizzando il presente e neutralizzando il futuro, annienta ogni forma ragionamento critico, inibisce il pensiero, priva di memoria l’Umanità.

Questa è la visione che Ray Bradbury descrive nel suo romanzo Fahrenheit 451, il cui titolo è ispirato proprio alla temperatura a cui brucia la carta (equivalente a 232, 78 °C) e che è anche il numero posto sull’elmetto del protagonista Guy Montag. 

Guy, capace di cogliere il malessere di quella società ossessionata e omologata dalla televisione, schiacciata dalla falsa e manipolata  informazione, abitata da chi vive in gabbia negando di essere prigioniero, riconquista e riafferma la dignità del Vigile del Fuoco che non distrugge il genere umano, attraverso l’annientamento e l’incenerimento del patrimonio librario e culturale, ma sottrae i libri alle fiamme e prima ancora salva la vita delle persone.

«Questa notte ho pensato a tutto il cherosene di cui mi sono servito da dieci anni a questa parte. E ho pensato ai libri. E per la prima volta mi sono accorto che dietro ogni libro c’è un uomo. Un uomo che ha dovuto pensarli. Un uomo a cui è occorso molto tempo per scriverli, per buttar giù tante parole sulla carta. Ed è un pensiero che non avevo mai avuto, prima di questa notte» (pag. 61 “Fahrenheit 451”, Ray Bradbury, Mondadori).

Il sapere di tutti non aiuta il potere di pochi, questo lo insegnano la storia del rogo dei libri nazista avvenuto il 10 maggio 1933 e la profezia che nel 1817, in occasione di un altro rogo fatto da studenti tedeschi, fu di uno degli autori ‘bruciati’, Heinrich Heine (1797-1856): «Là, dove si bruciano i libri, si finisce col bruciare anche gli uomini». 

Dunque in una visione estremizzata, e purtroppo non solo fantascientifica, i libri scritti sono tracce vive di una esistenza libera, specie in tempi in cui la libertà è vietata; le fiamme possono eliminare queste tracce.

Ma l’Uomo può rinsavire e il vigile del Fuoco riscoprire l’onore di essere cavaliere delle fiamme, custode della fiaccola della speranza e detentore del dominio del fuoco per salvare la vita piuttosto che negarla. Per Montag la svolta ha il volto e il nome di Clarisse e la sua vita libera, fuori dagli schemi ed esposta a pericoli, lo sottrae all’oscurita’ gettando luce su un destino diverso e possibile anche per lui. Per Guy diventa così naturale e rivoluzionario infrangere quelle regole che in realtà impedivano e oscuravano la vita invece di alimentarla e di accenderla. Ma ci vuole coraggio per compiere delle scelte e non subire quelle altrui. Scelte che schiudono un orizzonte sconosciuto, a tratti inquietante e mai rassicurante, ma forse l’unico che renderà veramente felici.

Montag diviene un uomo contagiato dalla libertà di leggere, matura quella volontà di lasciare la prigione della sua vecchia vita e, andando ai margini, si unisce ad altri uomini e ad altre donne coraggiosi, sfuggiti a quella follia con la sola arma della memoria dei testi che avevano visto divorati dalle fiamme. L’unico luogo invalicabile è la memoria, lì nessuna fiamma può arrivare per distruggere.

Il fuoco 

Ma il fuoco non è soltanto quello della censura e della distruzione ma è anche quello risplendente della conoscenza e quello dirompente della passione e del cambiamento. Quello che Prometeo rubò per favorire gli uomini come Lucifero rubò quello divino per rompere l’oscurita’ e accendere la notte dei tempi.

Questo elemento naturale è infatti ambivalente, ma non ambiguo, complesso e affascinante. Indomabile, spesso imprevedibile, con quelle fiamme mai uguali a loro stesse e in continua evoluzione dal momento in cui si generano o sono generate, al momento in cui crescono per poi spegnersi o essere spente. Un incedere naturale cui la temerarietà dell’uomo deve porre un freno ma solo per tutelare la vita della natura e delle persone, spesso al prezzo della propria. Ecco perché nasce il Corpo dei Vigili del Fuoco che conoscono quelle fiamme prima di domarle, si preparano per affrontarle, le temono per poi vincere la paura e difendere il bene supremo della Vita.

Ray Bradbury, la penna di Fahrenheit 451

Autore anche di ‘Cronache Marziane’, l'opera più celebre, in realtà il romanzo che consacra Bradbury al cuore dei lettori è proprio ‘Fahrenheit 451’, pubblicato nel 1953, in Italia nel 1956. Dieci milioni di copie vendute nel mondo, una famosa trasposizione cinematografica firmata da Francois Truffaut nel 1966 ed una più recente di Ramin Bahrani nel 2018.

Il rapporto di Bradbury con il cinema fu particolarmente felice. Anche le 28 storie sull’esplorazione e la colonizzazione del pianeta Marte (‘Cronache Marziane’), raccolte nel 1950, divennero un film tv con la sceneggiatura di Richard Matheson. La fantascienza non è mai fine a sé stessa nelle sue opere ma si mescola alla poesia ed alla ricerca di un mondo perduto, smarrito proprio perché rimasto in qualche mondo incontaminato. E questa ricerca, in realtà, non si esaurisce mai, come la potenza immaginifica dell’uomo e della parola.
 
Dal 1999 un ictus lo aveva costretto su una sedia a rotelle. Nel 2003 aveva perso la moglie Marguerite. Nonostante cio’, egli non aveva smesso di scrivere racconti, con l’aiuto di una delle quattro figlie, non aveva smesso di sognare e di avventurarsi in nuovi mondi, in nuove dimensioni. Una capacità che sviluppò con la lettura e la frequentazione della biblioteche, non potendo andare al college. A difesa delle biblioteche pubbliche si schierò, proprio, in più occasioni.
 
I suoi mondi apocalittici erano e sono carichi di contraddizioni e, per questo, sempre profondamente umani. ‘L’estate incantata’, Morte a Venice’, ‘Corpo elettrico’, La fine del principio’, ‘Paese d’ottobre’, sono solo alcuni tra i suoi libri più letti, pubblicati in Italia da Mondadori nelle storica collana ‘Urania’.
 
Particolare fu il rapporto che lo scrittore ebbe con la lettura ed i libri, difesi strenuamente nella loro dimensione cartacea. Solo nel 2011 cedette, da esempio, alla concessione del formato e-book del romanzo ‘Fahrenheit 451’.