(in memoria di Enrico Costa)
Ho troppe cose nella mente
e cammino sulla sponda del mio fiume solitario
non vedrò altri uomini nudi di spirito
solo quei riflessi d'anima sul lago ghiacciato.
Lasciami sfiorare con i palmi delle mani
questi brividi di dolore sul dorso delle nuvole
sono lividi che feriscono i ricordi
pagine lontane scritte nella tempesta.
Avanzo a piedi scalzi sul molo che sfida Tirreno esausto
prego Nettuno tra i flutti salati che ingoiano gli abiss
partorirò libri da abbandonare sul ventre di Teti
sarò umanoide tra gli scogli di Scilla insaziabile.
Perdonami le lacrime
custodiscono il sangue di un uomo senza spazio
il risultato di un'anima senza tempo
e sriverò ciò che resta di un uomo che cercava il vento.
(Oreste Kessel Pace)