di Giuseppe Bova
Le celebrazioni dell'8 marzo 2021 svoltesi nell'ambito della Città metropolitana di Reggio Calabria hanno sottolineato l'importante ruolo svolto dalle donne del Circolo Rhegium Julii nella nostra società.
Il primo riconoscimento è venuto dall'Amministrazione comunale di Reggio Calabria presieduta dal sindaco Giuseppe Falcomatà che, nel corso di una cerimonia sobria e commovente, alla presenza dello stesso sindaco, del presidente del Consiglio comunale, dell'assessore alle politiche giovanili, alla presidente della commissione pari opportunità ha assegnato il premio mimosa a quattro donne reggine particolarmente rappresentative. Tra queste la nostra collaboratrice Mafalda Pollidori, operatrice culturale, insegnante di materie letterarie presso il Liceo scientifico "Leonardo da Vinci", rappresentante nazionale e locale di organismi del mondo della scuola, critica letteraria.
Pollidori vede riconosciuto il suo impegno nell'area della formazione e della cultura, un servizio che l'ha vista protagonista sin dal periodo giovanile con la partecipazione attiva al Premio Seminara del Rhegium Julii per l'opera prima, alla presentazione di scrittori, alla elaborazione di prefazioni. Il riconoscimento è per la nostra rappresentante un importante viatico per futuri scenari di responsabilità che certo saprà affrontare non solo da testimonial, ma come donna consapevole e come espressione di un mondo professionale alto e preparato.
La seconda nota positiva è la pubblicazione della nuova raccolta di poesie "la facitrice" di Ilda Tripodi, altro punto di riferimento del nostro Circolo, giornalista, conduttrice televisiva, insegnante e infine poetessa.
Edita nella collana Iride dell'editore Rubbettino, la raccolta è stata presentata presso la libreria AVE con gl'interventi di Pino Bova e Mafalda Pollidori.
"La facitrice" apre una finestra molto importante nel panorama letterario italiano e nella poesia al femminile che in Calabria ha avuto le sue massime espressioni in Ermelinda Oliva, Alba Florio e Gilda Trisolini. I versi di questo libro, definiti dall'autrice "non innocui", si spingono nel cuore dell'esistenza per rappresentarne le contraddizioni, le sofferenze, le difficoltà, ma anche l'anelito alla conquista di una nuova armonia e del necessario rasserenamento.
Il testo non è mai banale, mai aggressivo, mai stentoreo. Ha un taglio illuminante e discorsivo. E' ricco di vibrazioni rigeneranti attraverso le quali è possibile cogliere il rimescolamento interiore della poetessa, le urgenze che cercano l'occasione di una liberazione, di una rinascita.
Il linguaggio spazia dentro sentimenti noti all'animo umano, dal disagio, all'incertezza, al desiderio di vita e di amore a volte ansiosi di toccare le vette più alte di ogni possibile suggestione, di ogni possibile catarsi.
La poesia di Ilda Tripodi cerca sempre nuove strade, nuove occasioni per testimoniare la sua evoluzione, l'ansiosa ricerca del se migliore. Un viaggio svolto senza presunzioni, senza enfasi, semmai con umiltà, con pudore.
Le strade della poesia, del verso trasparente, del resto, non possono che vivere dentro un disegno superiore, con un approccio docile e privo ambiguità; richiede un filtraggio che deprivi il tutto da ogni sovrastruttura superflua. Tutto questo è accaduto.
Così la Città accoglie con gioia la voce autentica di questa nuova poetessa e la stende sul suo balcone come un nuovo fiore da ammirare.