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Organizzato dal Circolo culturale Rhegium Julii è stato presentato nei giorni scorsi, alla presenza di un numeroso pubblico, l’ultimo volume ”La sindrome bizantina” del medico poeta Elio Stellitano.

Edito per i tipi di “Città del sole”, il libro è stato presentato da due relatori d’eccezione, Benedetta Borrata, scrittrice e critica letteraria e Daniele Castrizio, professore associato dell’Università di Messina.

Introdotta da Pino Bova la serata ha preso l’avvio con l’intervento della Borrata che ha esplorato con particolare accuratezza tutti i momenti storici e culturali che hanno distinto l’impero bizantino dall’anno 395 al 1453, data che ha segnato la caduta di Costantinopoli.

Analizzando la poesia di Stellitano si è soffermata sull’ipotesi formulata dall’autore secondo il quale nella cultura occidentale, e soprattutto in Calabria, persistono ancora alcuni aspetti di quella logica contorta, cavillosa, spesso inconcludente che passa sotto il nome di bizantinismo.

Il professore Castrizio approfondendo i temi dell’epoca bizantina ha ricordato l’evoluzione culturale di quel periodo storico che ha interessato molto la regione Calabria ed ha rammentato i particolari di un suo dialogo con Umberto Eco al quale ha rappresentato le diverse differenze di opinione.

La serata ha registrato un interessante contraddittorio dell’autore che ha concluso l’incontro con il filosofo Gianfranco Cordì e con l’uditorio presente.