Giovedi 12 maggio alle ore 10, insieme a Edoardo Lamberti Castronuovo consegneremo a due classi del Liceo Classico ”Tommaso Campanella” di Reggio Calabria 50 copie del volume “I fatti di Palmi – autodifesa di Leonida Repaci al processo di Catanzaro del 1926”. E’ un dono che Lamberti Castronovo ha promesso di fare ai ragazzi durante l’ultima trasmissione di Reggio TV “Il salotto del venerdì” con il duplice obiettivo di stimolare con una concreta iniziativa la lettura degli autori calabresi nelle scuole e di contribuire al mio lavoro di riproposizione della figura di Leonida Repaci.
Lo scrittore palmese, presidente a vita e fondatore del Premio Letterario Viareggio, autore di oltre 50 volumi che la casa editrice Pellegrini di Cosenza ha deciso di ristampare, affidandomi il coordinamento del Comitato Tecnico Scientifico, proprio nella vicenda che “I Fatti di Palmi” racconta, ha attraversato il periodo più nero e doloroso della sua esistenza. Sette mesi di carcere con gravissime imputazioni tra cui omicidio, tentato omicidio, incitazione all’odio tra le classi sociali, proprio quando Repaci era all’apice della notorietà come critico teatrale dell’Unità, autore teatrale (una sua tragedia era stata data al Teatro Manzoni di Milano a giugno del 1925, due mesi prima dei fatti di agosto della Varia.
Quella rissa, provocata dai fascisti palmesi alla conclusione dei festeggiamenti della Varia, con l’obiettivo di cancellare la roccaforte socialista e comunista palmese, causò un morto, due suicidi e la trucidazione del povero Rocco Gerocarni nelle carceri di Santo Stefano, ma fu causa anche di dolori e rovina per moltissime famiglie palmesi e per i Repaci, quattro fratelli e due cognati accusati degli stessi reati.
Dopo quei fatti la vita di Leonida Repaci cambiò radicalmente. Poco prima di essere incarcerato aveva conosciuto Albertina Antonielli e, frequentando la spiaggia di Viareggio ebbe occasione di fondare il Premio Letterario. Cambiò anche il suo rapporto con il Partito Comunista, dopo le sue dimissioni, presentate dopo la scarcerazione, che Gramsci e il partito non gli perdonarono più.
Repaci al processo ottenne di auto difendersi dalle gravi accuse con un documento, a tutt’oggi ancora inedito, che ho proposto di pubblicare. Un saggio, una lezione di giurisprudenza letteraria poco o per niente conosciuto, una piccola perla che l’editore Pellegrini ha voluto donare ai suoi lettori, curata da me con note esplicative e una introduzione. Ill volume contiene anche il testo completo della sentenza che mandò assolto Repaci, i fratelli, i cognati e altri dieci imputati, mentre altri furono rinviati a giudizio e alcuni finirono nelle grinfie del Tribunale per la Difesa dello Stato Fascista.
Edoardo Lamberti Castronovo durante la trasmissione di venerdì scorso ha detto: “E’ un libro bellissimo e importante che tutti i ragazzi a scuola dovrebbero leggere. Detto e fatto. Giovedì consegneremo le copie a due quinte classi del Campanella, parleremo con loro di Repaci, li inviteremo a leggere “I fatti di Palmi” e ci rivedremo a distanza di qualche settimana per farci raccontare le loro impressioni su questo grande intellettuale che ha attraversato da dominatore la cultura italiana del novecento.
Una incredibile e generosa operazione culturale che Lamberti Castronuovo ha voluto e che fa seguito alla sua idea realizzata con successo della Consulta per la Cultura.
Mecenatismo? No, amore per la cultura e per la Calabria. Amore non parolaio che si concretizza con i fatti, con l’esempio di come si possono promuovere cultura e conoscenza degli autori calabresi, proprio quando la Regione Calabria sembra voglia farsi promotrice di una legge che ne imponga lo studio nelle scuole.