Carlo Lucarelli per la narrativa, Luciano Canfora per la saggistica, Paolo Valesio per la poesia, Saverio Ricci per gli studi meridionalistici, sono i vincitori della cinquantesima edizione del Premio Rhegium Julii. Il grande poeta ADONIS (esule siriano a Parigi, più volte candidato al premio Nobel per la letteratura), è il vincitore del premio "Città dello Stretto".
Sono queste le conclusioni a cui è pervenuta la giuria presieduta da Corrado Calabrò e composta da Giuseppe Caridi, Gioacchino Criaco, Luca Desiato, Mimmo Gangemi, Dante Maffia, Domenico Nunnari, Giuseppe Rando, Vito Teti, dopo un lungo ed estenuante lavoro di selezione.
I premi saranno consegnati il 1 dicembre prossimo, alle ore 21, al Teatro comunale "Francesco Cilea", in una serata del tutto speciale, perchè l'anno 2018 coincide con i cinquant'anni di storia dello storico Circolo e perchè i più, abituati alla caducità delle cose terrene, pensavano fosse giunto il tempo in cui le pagine del nostro romanzo potessero chiudersi appagate e stanche.
Dimenticavano, per imperdonabile confusione, che il Rhegium Julii non è stata una storia consumistica ed effimera, ma è stato qualcosa di più: una nuvola aperta sul cielo della vita con le idee, la passione civile, la spinta all'edificazione culturale e civile che si alimentava ogni giorno di più con i contributi d'anima e di pensiero dei fondatori e l'entusiasmo delle risorse più giovani.
Il Rhegium appare per la prima volta a Reggio Calabria nel 1968, nel tempo della rivoluzione sociale e culturale del Paese, per volontà di un manipolo di giovani coordinati dall'infaticabile Giuseppe Casile.
In Città si era spenta da poco la fioritura degli eventi legata alla "primavera reggina", al Premio Ibico, ai premi Villa San Giovanni che l'Azienda autonoma di soggiorno e turismo guidata dagli illuminati Guglielmo Calarco e da Amerigo degli Atti, con il mecenatismo dell'ing. Giovani Calì, alimentavano.
Proprio in quegli anni il Circolo Culturale “Rhegium Julii” ha svolto un ruolo di supplenza importante; grazie alla spinta ed alla generosità di Giuseppe Casile, i suoi premi di poesia inedita diventarono subito un'occasione d'imperdibile partecipazione, i suoi cenacoli con personalità come Gilda Trisolini, Emilio Argiroffi, Enzo Misefari, Pasquino Crupi, Francesco Fiumara, Ernesto Puzzanghera, Rodolfo Chirico, Nino Freno, Antonietta Maria Corsaro, Lina Gangemi, Elio Stellitanom, Adriana Condemi, Rosita Borruto, con le fugaci apparizioni di Saverio Strati, Tommaso Rossi, Mario La Cava, Mario Labate, Antonio Piromalli e tanti altri amici, giovani e meno giovani, trascinavano tutti con la forza di un fiume in piena.
Ed è da quelle occasioni, dal desiderio di accrescere ulteriormente il confronto oltre ogni barriera culturale, ideologica, di pensiero, che nacquero i Premi nazionali Rhegium Julii che hanno registrato la presenza delle più grandi personalità culturali del Paese e del mondo.
Chi non ricorda i premi nobel Josif Brodskij, Derek Walcott, Toni Morrison, Seamus Heaney, Rita Levi Montalcini, Mario Luzi, Yves Bonnefoy, Maria Luisa Spaziani Ildefonso Falcones, Ghiannis Ritsos e gli incoraggiamenti di Sandro
Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Francesco Cossiga, Giorgio Napolitano, le serate dei Caffè letterari, gl'incontri con l'autore, i Viaggi nell'anima, il programma Per amare il libro.
Oggi l'associazione sembra non fermarsi in più, ha ripreso la sua corsa con grande slancio. E' sempre forte la fede nella cultura, nella creatività, nell'antico sogno che ha fatto nascere la Polis prima, un Paese democratico poi. C'è la coscienza di un servizio non ancora concluso, di una missione da compiere, perchè è necessario ancora aprire nuove finestre su un mondo dove non sono finite le violenze, la sopraffazione, le diseguaglianze, la disumanità e le questioni di principio che agitano i pensieri di tutti sono decisive: la salvaguardia della bellezza, la promozione della conoscenza e del pensiero, l'educazione al dubbio, lotta all'oscurantismo, aspetti che restano ancora fondamentali per la nostra qualità della vita. Il Rhegium Julii è solo uno strumento e come sempre risponderà all'appello, il Rhegium Julii ci sarà..
SCHEDE DEI VINCITORI
CARLO LUCARELLI - Premio Corrado Alvaro per la narrativa con "Peccato mortale", editore Einaudi.
E' uno scrittore prolifico. Esordisce nel 1990 con Carata Bianca. Seguiranno L'estate torbida e Via delle oche, tutti con l'editrice Sellerio. Ha pubblicato oltre 20 romanzi. Lupo mannaro, Almost Blue, Un giorno dopo l'altro, il sogno di volare con protagonista l'ispettrice Grazia Negro. Falange armata e Il giorno del lupo per la serie legata all'ispettore Coliandro. Ancora con Einaudi sono usciti L'isola dell'angelo caduto, Guernica, Laura di Rimini, L'ottava vibrazione, Albergo Italia, Il tempo delle Iene, Intrigo italiano.
Per la RAI è stato autore e conduttore di Mistero in Blu, Blu notte, Blu notte Misteri italiani, Lucarelli racconta e la tredicesima ora. Sul canale Sky arte ha realizzato il programma Muse inquietanti, e Profondo nero. Per la radio i programmi Radiobellablù, Deegiallo. Per il teatro ha scritto Via delle Oche, Tenco a tempo di tango, Pasolini un mistero italiano. Ha pubblicato diversi libri per bambini. Nel 2010 ha fondato la bottega dove s'impara il mestiere di raccontare.
LUCIANO CANFORA - Premio Leonida Repaci per la saggistica con "La scopa di Don Abbondio", editore Laterza.
E' professore emerito dell'Università di Bari dove ha insegnato Filologia classica, Papirologia, Letteratura latina e Storia greco romana. Dal febbraio ad aprile 2003 è stato professore all'Ecole normale Superiore (cattedra Michelet-Lagrange) a Parigi. Ha fatto parte del Comitato scientifico del CNR e di "Enciclopedia italiana". Oltre a numerosi altri incarichi scientifici, dirige la rivista "Quaderni di storia". Dal 1992 collabora al "Corriere della sera". Medaglia d'oro del Presidente della Repubblica nel 2000 ed altre onorificenze italiane ed estere Il prof. Canfora ha vinto, tra gli altri, il Premio Grinzane-Beppe Fenoglio e il Premio Pescara.
Tra le sue recenti pubblicazioni ricordiamo La democrazia. Storia di un'ideologia(Laterza), Esportare la libertà. Il mito che ha fallito (Mondadori), Filologia e libertà (Mondadori), La storia falsa (Rizzoli), La maschera democratica dell'oligarchia (Laterza), La schiavitù del capitale (Il Mulino).
PAOLO VALESIO - Premio Lorenzo Calogero per la poesia con Le esploratrici solitarie, editore Raffaelli.
Professore emerito in letteratura italiana dell'Università di Columbio a New York. Dal 2013 è presidente del centro Studi Sara Valesio a Bologna. A Yale ha fondato e diretto lo "Yale Poetry Group". Ha scritto 21 raccolte di poesia e numerosi saggi critici.
Per la poesia ricordiamo, in particolare Prose in poesia, La rosa verde, Dialogo del falco e dell'avvoltoio, Le isole del lago, La campagna dell'ottantasette, Analogia del mondo, Nightchant, sonetos profanos y sacros, Avventure dell'Uomo e del Figlio, Anniversari, Piazza delle preghiere massacrate, Every afternoon can make the world stand atill, Il cuore del girasole, Il volto quasi umano, La mezzanotte di Spoleto, Il servo rosso, ha vinto numerosi premi letterari.
SAVERIO RICCI - Premio Gaetano Cingari per gli studi meridionalistici con Campanella, editore Salerno.
E' professore di Storia della filosofia nella Università della Tuscia e si occupa di storia del pensiero filosofico, politico e scientifico tra il XVI e XVII secolo.
E' autore di numerosi saggi tra cui Giordano bruno nell'Europa del Cinquecento, Inquisitori, censori, filosofi sullo scenario della Controriforma.
ADONIS - Premio internazionale "Città dello Stretto" per l'opera omnia
"Vengo da una terra in cui la poesia è come un albero che vegli sull'uomo e in cui il poeta è uno che comprende il ritmo del mondo".
Poeta siriano libanese, critico letterario, traduttore e redattore, una figura di grande influenza nella poesia e nella letteratura di tutto il mondo.
Nella sua opera Adonis coniuga una profonda conoscenza della poesia classica araba e le espressioni rivoluzionarie del linguaggio moderno.
Adonis vive da tempo il dolore dell'esilio ed è lui stesso a sottolinearlo: "Scrivo in una lingua che mi esilia". E ancora "Essere poeta significa che ho già scritto, ma in realtà non ho scritto nulla. La poesia è un atto senza principio, né fine. Si tratta della promessa di un inizio, un eterno inizio".
Adonis, nato con il nome di Alì Ahmad Sa'id ad Al Qassabin, presso Latakia, in Siria, da padre contadino e imam, fu instradato alla lettura ed alla scrittura dal padre. Nel 1950 pubblicò la prima raccolta di versi dal titolo Dalila. Studiò legge e filosofia, fu soldato nell'esercito (sempre in prigione) del suo Paese) e perseguitato per le sue idee politiche. Fu costretto ad andare via. Si stabilì dapprima in Libano dove adotto il presente pseudonimo, con uno sguardo alla mitologia greca. La prima raccolta in inglese fu pubblicata nel 1971.
Intellettuale musulmano e scrittore di fama mondiale, Adonis ha costruito ponti fra la cultura occidentale e quella araba, greca e biblica. "L'occidente è un altro nome dell'oriente", ha scritto una volta.Walt Whitman diventa la sua guida come Virgilio come nell'Inferno di Dante, ma si è sentito molto vicino a Nietzsche, Heidegger, Rimbaud, Baudelaire, Goethe e Rilke.
Adonis ha insegnato al College di France, all'Università di Georgetown e all'Università di Genova. Nel 1986 Adonis si trasferisce definitivamente a Parigi. Diventa così il poeta tra due esili.
Le sue idee sulla stagnazione della cultura e della letteratura araba hanno suscitato molte polemiche. A tali critiche ha risposto: "Nulla mi rischiara come questa oscurità/o forse era nulla mi oscura come questa chiarezza".
Ha scritto: Poesie, Desiderio che avanza nelle mappe della materia, Nella pietra e nel vento, Memoria del vento, Cento poesie d'amore, Libro delle metamorfosi e della migrazione nelle regioni del giorno e della notte, In onore del chiaro e dello scuro, Alberi, Ecco il mio nome, Singolare in forma di plurale. Numerosi sono i libri di saggistica e di Teatro.