Mercoledì 19 settembre, il Sindaco Giuseppe Falcomatà, su proposta del Circolo Culturale "Rhegium Julii", ha intitolato alla poetessa Gilda Trisolini la via che la stessa percorreva quotidianamente per raggiungere la scuola ed i suoi amati ragazzi.
La rammento ancora intenta a scalare la sua cima impossibile - ricorda Pino Bova - col grave fardello dell'essere una donna senza tempo.
Siamo stati compagni di scandaglio per un lungo tratto della vita vissuto con lo stesso amore che aveva per i tanti alunni della scuola che l'ha conosciuta"maestra".
Ma il suo pensiero era così alto che la sua parola divenne un fiume della terra, tenera con il figlio, fertile con i giovani, appassionata per la Città, per l'uomo, per la poesia.
Come Quasimodo amava definirsi un "operaio di sogni" e come Pavese sosteneva che "poetare è una ferita sempre aperta".
Non fu attratta solo dal cielo più alto, dall'odore dell'anima che dalle nostre parti assume una fragranza più intensa, ma dall'umana condizione che, a volte appare misera per la caducità dell'esistenza, altre caritatevole per la sofferenza che ci circonda o ancora sublime per l'altezza irraggiungibile della creatività che ci sorprende sempre con espressioni di straordinaria originalità.
Volle chiamarsi GILDA, come la madre che non conobbe e verso cui fu presa da un anelito di attrazione, di ricerca, di catarsi interiore così elevati da consegnare, quasi una beatificazione, quell'immagine di donna consumata fino all'estremo sacrificio.
Con Gilda stabilirono rapporti epistolari e di amicizia Carlo Betocchi, Giuseppe Berto, Domenico Zappone e tanti altri che Le riconobbero, con numerose onorificenze e premi, l'altissimo valore della sua poetica e della sua cultura.
Su Gilda bisognerà aprire ora una ricerca attenta per far conoscere fino in fondo la sua opera e la sua forza di educatrice.
Nel tempo che sublima i sentimenti il seme sparso può solo germogliare nuovi frutti.
Il Circolo Rhegium Julii, che l'ha vista tra i protagonisti della sua storia cinquantennale, ha pubblicato, come tutti sanno, le sue ultime composizioni riportate nel libro "il tempo rallentato", un testo che ha sottolineato il lungo e doloroso percorso della sua drammatica sofferenza.
Ora è solo il vento che sbatte sulle imposte a ricordarci un nome, un'opera, una giusta e grande vita meritoria. E penseremo ancora a lungo come rispondere al suo estremo chiedersi e domandarci "La verità, vi prego, sull'amore".