fbpx

 

Nella ricorrenza del 450° anniversario della nascita di Tommaso Campanella, su iniziativa della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, del Circolo Rhegium Julii, del Centro Internazionale Scrittori della Calabria e dell’Associazione Calabria-Spagna, il prof. Giuseppe Caridi ha tenuto alla Biblioteca Comunale di Reggio Calabria una conferenza su La Calabria e il Mezzogiorno d’Italia al tempo di Tommaso Campanella.

Partendo da una attenta lettura delle fonti disponibili, il prof. Caridi ha preliminarmente tracciato un quadro delle vicende politico-amministrative e socio-economiche che hanno caratterizzato il Regno di Napoli nella seconda metà del Cinquecento sotto il re di Spagna Filippo II, succeduto nel 1556 al padre, il grande imperatore Carlo V. Dall’esame di documenti fiscali (Relevii feudali e Numerazioni dei fuochi) conservati nell’Archivio di Stato di Napoli risulta che a una fase di notevole sviluppo economico e demografico riscontrato fino agli anni Novanta di quel secolo è seguita una stagnazione e poi una crisi, che si è aggravata nel corso del Seicento ed è significativo – ha affermato il relatore – che la congiura di Campanella sia avvenuta nel 1599, anno in cui i cattivi raccolti avevano provocato un forte aumento del prezzo del grano destando grande malcontento tra i sudditi della Calabria e del Regno di Napoli sul cui trono a Filippo II era da poco subentrato il figlio Filippo III. Campanella avrebbe voluto infatti approfittare di questa successione al trono per promuovere una rivolta antispagnola, che nelle sue intenzioni si sarebbe dovuta avvalere del contributo delle potenze ostili all’impero ispanico. La congiura fu però scoperta e il frate calabrese pagò con 26 anni di duro carcere il suo coinvolgimento. Uscito dalla
prigione si recò in Francia, allora in guerra con la Spagna, e accentuò il suo atteggiamento nettamente ostile alla potenza iberica che avrebbe contraddistinto la sua azione politica. Pur essendo fallita, la congiura campanelliana – ha osservato in conclusione Caridi - può tuttavia considerarsi per molti aspetti un’anticipazione della rivolta che Masaniello avrebbe promosso a Napoli nel 1647 e che si sarebbe diffusa a macchia d’olio in tutto il Meridione d’Italia.